Archivi categoria: Dialogo interreligioso

Le brecce della Grande Muraglia

gog-e-magog-miniatura-persiana-xvisecLa tradizione Taoista narra che, in tempi molto antichi, «Niu-kua fece fondere pietre dai cinque colori, per riparare uno strappo fatto nel cielo da un gigante» [1]: si trattava del danno provocato da un’avanguardia di quelle che la tradizione Biblica e quella Coranica avrebbero poi indicato, concordemente, come «le orde di Gog e Magog». Secondo la narrazione rivelata al Profeta Muhammad , quando Alessandro Magno giunse alle estremità delle terre conosciute, minacciate da queste orde infernali, su richiesta delle popolazioni locali vi eresse una «Grande Muraglia» – che gli indù indicano col termine «lokâloka», letteralmente «ciò che separa l’ordine cosmico (loka) dal caos delle tenebre (aloka)»: questa muraglia, forgiata in ferro e rame «affinché non potessero scalarla né aprirvi un varco» avrebbe retto e protetto gli esseri umani fino al giorno in cui non «sarà ridotta in polvere» e le orde infernali «caleranno in ondate gli uni sugli altri». 

E’ nei bastioni di questa «Grande Muraglia», che vanno ormai aprendosi ed allargandosi brecce e fenditure vieppiù profonde e pericolose. 

Non si tratta, tuttavia, di quelle brecce geopolitiche che consentono a flussi migratori vieppiù massicci di attraversare le frontiere e di raggiungere i nostri Paesi – fenomeno drammatico rispetto a cui, come cittadini Italiani e Musulmani, esprimiamo e rinnoviamo comunque il nostro massimo impegno, in stretta collaborazione con le istituzioni e con la società civile, tramite il sostegno umanitario, la mediazione linguistica e culturale, e il contributo all’opera di prevenzione e repressione dei comportamenti criminosi che eventualmente potessero venire a verificarsi nelle nostre comunità. 

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Il Presepe e le festività Cattoliche in italia

presepeIn relazione ai recenti, reiterati provvedimenti di sospensione che periodicamente interessano la celebrazione di ricorrenze religiose Cattoliche presso alcuni istituti scolastici della Repubblica Italiana, nonché rispetto alle frequenti polemiche relative ad ipotesi di rimozione dei simboli religiosi Cristiani dagli uffici pubblici del nostro Paese, vorremmo esprimere chiaramente quanto segue.

Come fedeli Musulmani, veneriamo Gesù Cristo come Parola di Dio (kalimatu-Llâh) e Spirito (rûh) proveniente da parte Sua: ne attestiamo la nascita miracolosa dal seno della Vergine Maria, narrata nel Nobile Corano, e ne attendiamo il ritorno come Messia (Masîh), che soverchierà le forze dell’Anticristo Impostore (Dajjâl). Sebbene esprima un punto di vista teologico differente da quella Cristiano, la dottrina Islamica prevede tuttavia il pieno diritto dei fedeli Cristiani a celebrare le proprie festività negli stessi Paesi musulmani, senza che ciò sia loro negato od impedito.

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In solidarietà alle minoranze irachene

conferenza-museo-del-duomoBreve intervento rilasciato in data 14 Agosto 2014, presso la Sala delle Colonne del Nuovo Grande Museo del Duomo di Milano, nell’ambito di un incontro pubblico di riflessione sulle notizie di persecuzione ai danni delle minoranze religiose nel Nord del ‘Irâq, organizzato dalla Scuola della Cattedrale di Milano e dal Tribunale Rabbinico del Nord Italia.

Nel Nome d’Iddio, il Misericordioso, il Clementissimo.
Ogni lode appartiene a Dio, Signore dei mondi, e che Dio elogi e preservi il Sigillo dei Suoi Inviati, il Profeta Muhammad, insieme alla Sua famiglia ed ai Suoi compagni, âmîn.

Che la Pace e la Misericordia d’Iddio e le Sue benedizioni siano con voi.
Carissimi, tengo innanzi tutto a ringraziarvi per avermi invitato a partecipare a questo incontro [di riflessione sulle notizie di persecuzione ai danni delle minoranze religiose nel Nord del ‘Irâq, organizzato dalla Diocesi di Milano], e per avermi dato così la possibilità di esprimere pubblicamente una solidarietà che ho precedentemente espresso altrove.

Come Musulmano e come Milanese, debbo innanzi tutto precisare che la mia presenza in questa sede non è da considerarsi quella dell’esponente di una comunità religiosa locale, né del rappresentante di questa o quella organizzazione, bensì quella di un umile servo di Dio (‘abd Allâh), membro di una Comunità spirituale (ummah) che da oltre 14 secoli considera la tutela e la protezione delle minoranze non come una scelta arbitraria, soggetta ad una volontà mutevole, bensì come un preciso comandamento divino, che si è dunque impegnata ad assolvere ed a garantire, sotto la sua egida, con coerenza e continuità – al netto delle naturali imperfezioni legate al contraddittorio succedersi delle vicende umane.

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