La tradizione Taoista narra che, in tempi molto antichi, «Niu-kua fece fondere pietre dai cinque colori, per riparare uno strappo fatto nel cielo da un gigante» [1]: si trattava del danno provocato da un’avanguardia di quelle che la tradizione Biblica e quella Coranica avrebbero poi indicato, concordemente, come «le orde di Gog e Magog». Secondo la narrazione rivelata al Profeta Muhammad ﷺ, quando Alessandro Magno giunse alle estremità delle terre conosciute, minacciate da queste orde infernali, su richiesta delle popolazioni locali vi eresse una «Grande Muraglia» – che gli indù indicano col termine «lokâloka», letteralmente «ciò che separa l’ordine cosmico (loka) dal caos delle tenebre (aloka)»: questa muraglia, forgiata in ferro e rame «affinché non potessero scalarla né aprirvi un varco» avrebbe retto e protetto gli esseri umani fino al giorno in cui non «sarà ridotta in polvere» e le orde infernali «caleranno in ondate gli uni sugli altri».
E’ nei bastioni di questa «Grande Muraglia», che vanno ormai aprendosi ed allargandosi brecce e fenditure vieppiù profonde e pericolose.
Non si tratta, tuttavia, di quelle brecce geopolitiche che consentono a flussi migratori vieppiù massicci di attraversare le frontiere e di raggiungere i nostri Paesi – fenomeno drammatico rispetto a cui, come cittadini Italiani e Musulmani, esprimiamo e rinnoviamo comunque il nostro massimo impegno, in stretta collaborazione con le istituzioni e con la società civile, tramite il sostegno umanitario, la mediazione linguistica e culturale, e il contributo all’opera di prevenzione e repressione dei comportamenti criminosi che eventualmente potessero venire a verificarsi nelle nostre comunità.