Questa traduzione della condanna del Consiglio Islamico Siriano nei confronti del movimento dello pseudo-Stato Islamico (IS) è stata pubblicata nella raccolta «Contro l’ISIS», edita da Giorgio Pozzi Editore, la prima antologia in lingua Italiana di autorevoli posizioni sapienziali Islamiche (fatâwa) di condanna del terrorismo islamista.
Questo articolato parere giuridico (fatwâ) è stato espresso dal Consiglio Islamico Siriano (al-Majlis al-Islâmî as-Sûrî), e sottoscritto in seguito dall’Unione dei Sapienti della Siria (Râbitah ‘Ulamâ’ as-Shâm): il suo specifico interesse risiede tanto nella composizione di quest’organismo, che riunisce sapienti musulmani (‘ulamâ’) di diversi orientamenti e metodologie dottrinali (manâhij), quanto nella sua effettiva prossimità al contesto siriano, che ne garantisce una migliore conoscenza ed una minore discrezionalità, a proposito delle attuali condizioni del conflitto in corso – ciò che di fatto costituisce un elemento dirimente, rispetto all’effettiva autorevolezza di un parere giuridico.
E’ comunque necessario specificare che la natura di questo conflitto impedisce di farsi un quadro preciso della situazione, la cui conoscenza obiettiva è definitivamente ostaggio di forme di propaganda e di infiltrazioni di diverso genere e tendenza. Questo documento – insieme ad altre opinioni sapienziali che avevamo precedentemente segnalato, e ad ulteriori autorevoli opinioni similari, largamente diffuse – contribuisce dunque soprattutto a definire quale sia la posizione dell’ortodossia tradizionale Islamica rispetto a quanto appare di ciò che è indicato come ISIS.
Laddove esso corrisponda effettivamente all’immagine che gli viene attribuita, e che buona parte dei suoi stessi militanti si impegnano ad attribuirgli, esso non costituirebbe soltanto un movimento privo di legittimità dal punto di vista della Legge sacra (Sharî‘ah), nella sua pretesa di assumere la funzione di Califfato di ordine universale – al punto che ci si riferisce formalmente ad esso come “Stato del ‘Irâq e della Siria”, privandolo così perfino del solo aggettivo di “Islamico” – bensì sarebbe da considerarsi una vera e propria minaccia, che dal punto di vista shara‘îtico risulterebbe doveroso combattere fino alla sua definitiva recessione e neutralizzazione.
Questo documento dimostra inoltre come i sapienti musulmani (‘ulamâ’) non abbiano soltanto espresso pubblicamente una posizione dettagliata, con chiarezza ed in maniera perentoria, bensì l’abbiano fatto con largo anticipo rispetto alla più recente escalation di violenze che pare abbiano colpito anche alcune minoranze nel nord del ‘Irâq, e che ha contribuito a portato quell’organizzazione alla ribalta dei media internazionali – escalation rispetto a cui, pure, è stata successivamente, ulteriormente ribadita la più ferma condanna.
Traduzione, corsivi, note e capitolazione miei, rispetto al testo originale della fatwâ.
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