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Una chiara responsabilità

Metro_logoBreve intervento pubblicato sul quotidiano Metro, in seguito all’attentato alla rivista satirica francese Charlie Hebdo, ed alle forti reazioni delle opinioni pubbliche europee. 

La drammatica notizia dell’uccisione di 12 persone in Francia, e di diverse decine di persone nello Yemen, nella sola giornata dell’altro ieri, ci indica chiaramente che ci troviamo dinanzi ad una sedizione montante e ad una situazione di instabilità sistematica, che oggi si costituisce definitivamente come un rischio concreto e una minaccia tangibile per noi tutti.

In quanto credenti e cittadini musulmani subiamo tale minaccia da un duplice punto di vista: in primis, da quello della sicurezza personale, esattamente come qualsiasi altro cittadino europeo, essendo non meno esposti al pericolo di attentati imprevedibili; in secondo luogo, da quello del pregiudizio diffuso e di un’ostilità crescente in seno all’opinione pubblica europea, che ci percepisce come cittadini meno affidabili di altri, od addirittura conniventi – se non proprio complici – di chi compie gesti tanto efferati.

Dinanzi a queste difficoltà siamo chiamati a raddoppiare i nostri sforzi e ad assumerci una chiara responsabilità: non quella di profonderci soltanto in scuse, dissociazioni e distinguo che non saremmo tenuti ad esprimere, essendo personalmente del tutto estranei e avversi a fattispecie criminose di questo genere, bensì quella di portare pazienza e di testimoniare con serenità e coraggio quell’autentica Parola di verità e di misericordia – comune alle diverse tradizioni religiose – che, sola, può far breccia nei cuori e nelle tenebre di quest’epoca.

Possa l’Unico Signore Altissimo proteggere i nostri Paesi e tutti i loro cittadini e abitanti, e così noi tutti, che ne siamo specificamente e provvidenzialmente responsabili.

In solidarietà alle minoranze irachene

conferenza-museo-del-duomoBreve intervento rilasciato in data 14 Agosto 2014, presso la Sala delle Colonne del Nuovo Grande Museo del Duomo di Milano, nell’ambito di un incontro pubblico di riflessione sulle notizie di persecuzione ai danni delle minoranze religiose nel Nord del ‘Irâq, organizzato dalla Scuola della Cattedrale di Milano e dal Tribunale Rabbinico del Nord Italia.

Nel Nome d’Iddio, il Misericordioso, il Clementissimo.
Ogni lode appartiene a Dio, Signore dei mondi, e che Dio elogi e preservi il Sigillo dei Suoi Inviati, il Profeta Muhammad, insieme alla Sua famiglia ed ai Suoi compagni, âmîn.

Che la Pace e la Misericordia d’Iddio e le Sue benedizioni siano con voi.
Carissimi, tengo innanzi tutto a ringraziarvi per avermi invitato a partecipare a questo incontro [di riflessione sulle notizie di persecuzione ai danni delle minoranze religiose nel Nord del ‘Irâq, organizzato dalla Diocesi di Milano], e per avermi dato così la possibilità di esprimere pubblicamente una solidarietà che ho precedentemente espresso altrove.

Come Musulmano e come Milanese, debbo innanzi tutto precisare che la mia presenza in questa sede non è da considerarsi quella dell’esponente di una comunità religiosa locale, né del rappresentante di questa o quella organizzazione, bensì quella di un umile servo di Dio (‘abd Allâh), membro di una Comunità spirituale (ummah) che da oltre 14 secoli considera la tutela e la protezione delle minoranze non come una scelta arbitraria, soggetta ad una volontà mutevole, bensì come un preciso comandamento divino, che si è dunque impegnata ad assolvere ed a garantire, sotto la sua egida, con coerenza e continuità – al netto delle naturali imperfezioni legate al contraddittorio succedersi delle vicende umane.

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